Bankman-Fried e il fallimento FTX

Venute a galla operazioni rischiose di Alameda Research

Nell’ambito delle nuove tecnologie, i progressi della crittografia hanno apportato cambiamenti radicali all’economia globale. È in questo scenario che, oggi, l’imprenditore statunitense Bankman-Fried osserva il crollo delle sue criptovalute.

Il creatore della piattaforma di exchange FTX ha impiegato impropriamente miliardi di dollari appartenenti ai suoi clienti per sostenere la società di trading Alameda; il capitale di quest’ultima, infatti, sarebbe stato composto prevalentemente da token FTT, criptovalute create dalla stessa FTX!

Nel nostro articolo parleremo del peso che questi accadimenti hanno avuto sul tracollo di FTX e del suo fondatore…

Il legame tra FTX e Alameda

Caroline Ellison fonda Alameda Research nel 2017. È sempre lei che oggi rilascia dichiarazioni sconvolgenti circa gli investimenti ultra rischiosi dell’azienda. Questa si sarebbe talmente indebitata investendo in capitali a rischio da non riuscire più a restituire quei fondi. È qui che entra in gioco Bankman-Fried, con la sua decisione di utilizzare i fondi dei clienti per effettuare i numerosi pagamenti.

È venuto a galla che gran parte dei 14,6 miliardi di dollari posseduti da Alameda Research erano FTT, ovvero token che FTX aveva creato per i propri utenti. La notizia secondo cui il fondatore di una delle borse più conosciute nel mondo crypto usava i soldi dei propri utenti per la sua società di trading, è la goccia che fa traboccare il vaso.

Il “breve” accordo di Zhao con FTX

Al fallimento di Bankman-Fried ha contribuito soprattutto l’essersi inimicato alcuni “colleghi”. Tra questi, Changpeng Zhao, fondatore dell’azienda Binance e uno dei primi finanziatori di FTX. Di fronte all’indebitamento di Alameda, il cui bilancio era garantito proprio dai token FTT, Zhao annuncia di voler liquidare tutte le partecipazioni FTX di Binance. Ciò preoccuperà gran parte dei clienti FTX che si affretteranno a ritirare i propri depositi, costringendo ben presto la società a bloccare i prelievi.

Solo inizialmente Zhao si offre di aiutare gli imprenditori; annuncerà un accordo con Bankman-Fried ma lo ritratterà poco dopo, resosi conto della rischiosità dell’operazione: «A seguito della due diligence aziendale, nonché delle ultime notizie relative a fondi dei clienti gestiti in modo improprio e presunte indagini di agenzie statunitensi, abbiamo deciso che non proseguiremo con la potenziale acquisizione di Ftx», questo il tweet con cui il creatore di Binance giustifica il suo dietrofront.

Il terzo crollo nel mondo crypto 

Se, da un lato, la nascita della criptovaluta ha generato un’improvvisa produzione di ricchezza, dall’altro rappresenta un incentivo al commercio clandestino e alle truffe. Tra alti e bassi, è durante la pandemia che si registra il maggior grado di interesse verso questo genere di industria, grazie alla possibilità di accorciare le tempistiche degli investimenti.

La caduta di FTX e quella di Alameda Research costituiscono il terzo crollo nel mondo crypto dall’inizio dell’anno. La dichiarazione di bancarotta risalente a questo venerdì 11 novembre ha messo in allarme tutti gli investitori di criptovalute, che iniziano seriamente a dubitare del valore delle risorse digitali.

Bankman-Fried osserva il crollo delle sue criptovalute

Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX, ha espresso profondo rammarico per la presentazione della richiesta di bancarotta ai sensi del Chapter 11 la scorsa settimana, definendola la sua “più grande cazzata”.

In una lunga intervista con Vox, pubblicata il 16 novembre, Bankman-Fried avrebbe risposto a domande su diversi argomenti, come la dichiarazione di fallimento dell’11 novembre, la sua opinione sulle autorità di regolamentazione, l’etica, il modo in cui FTX e Alameda hanno “giocato con i soldi dei clienti” e l’hacking di FTX. 

Secondo gli screenshot della conversazione su Twitter tra Kelsey Piper, giornalista di Vox, e Sam Bankman-Fried, l’ex CEO di FTX ha affermato che, sebbene abbia commesso diversi errori, il più grande è stato quello di ascoltare ciò che gli dicevano di fare e di presentare la richiesta di bancarotta per il Chapter 11.

Di fronte alla storia di una società passata da una valutazione di 32 miliardi di dollari al fallimento, e osservando l’effetto a catena che ciò sta avendo su tutte le criptovalute, non possiamo che porci alcune domande…

Gli exchange funzionano realmente? Ci troviamo a un punto di svolta nel mondo delle criptovalute?

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